Negli ultimi anni sentiamo spesso parlare di mobilità sostenibile, argomento che , ora più che mai, ci tocca da vicino.
Essa prevede la realizzazione di un sistema di spostamento e di mobilità urbana in grado di diminuire l’impatto ambientale; in realtà, un riscontro lo si ha anche sul piano sociale ed economico.
La mobilità sostenibile si realizza non solo mediante l’utilizzo della bicicletta ma anche mediante altri mezzi di condivisione e a basso impatto ambientale.
Allora perché parlare della bicicletta? Semplice, ognuno di noi ne avrà avuta una e anche se non la avesse avuta, la possibilità di recuperarla è meno dispendiosa, rispetto alle altre alternative disponibili sul mercato.
Poiché è una tematica di cui se ne parla tanto ma su cui si riflette poco, abbiamo chiesto consigli ad esperti in materia di salute e di competenza nel settore.
La prima intervista è rivolta al professore Gian Pietro Emerenziani della facoltà di Scienze Motorie a Catanzaro, che si occupa di attività motoria dell’età evolutiva ed anziana e insieme a lui abbiamo scoperto quali sono i benefici dell’utilizzo della bici:
“-in primis è preferibile un utilizzo quotidiano e quindi cadenzato del velocipede, piuttosto che un uso concentrato in circa due di volte settimanali, per tre ore in quella stessa giornata.
Senza trascurare il fatto che la bici a dispetto di altri tipi di sport ha una diminuzione della performance inferiore (questo vale per i professionisti, ma le persone più anziane e quindi anche i principianti, possono utilizzarla con serenità, senza rischi sulla propria salute).
-La bici oltretutto diminuisce l’incidenza delle malattie cardiovascolari, quindi agendo sul sistema cardiocircolatorio, produce netti miglioramenti per ciò che concerne gli arti inferiori
-negli anziani o in soggetti obbligati a lunghi periodi di inattività, riduce e previene il rischio di sarcopenia (perdita del tono muscolare )
-non avendo carichi particolari, può essere utilizzata da chiunque abbia avuto problemi al crociato o al tallone d’Achille, quindi un ottimo strumento per ricominciare dopo un periodo di riabilitazione
-si riscontra inoltre un elevato vantaggio a livello cognitivo , dunque vi è uno sviluppo delle capacità motorie, grazie al fatto che la bici permette la performance su un ambiente terreno.
Inoltre, senza improvvisarci tutti cultori della materia, si potrebbe creare una sorta di collaborazione quasi fisiologica tra gli studenti (es. quelli di scienze motorie, fisioterapia) e il resto della popolazione, così che chiunque possa imparare ad utilizzare correttamente la bici”
Un’intervista utile da divulgare per chi avesse dei dubbi sui vantaggi positivi che ne derivano dall’uso di questo strumento, azionato dalla semplice forza degli arti inferiori.
I dati riscontrati da Legambiente, Euromobility , Bike Italia, Il sole24ore, sono tutt’altro che confortanti; la situazione è ancora più tragica quando a parlare sono le classifiche nazionali, nelle quali Milano si aggiudica quasi ogni anno il primo posto per la città più smart mentre nelle ultime posizioni troviamo, sempre le città del Sud ed ovviamente Crotone (di cui recuperiamo notizie già in un documento industriale di Giovanni Maone dell’anno 1975, in cui si stimava una diminuzione del 70% dell’uso della bici) non smentisce il dato negativo.
A farci sperare che vi sia una piccola inversione di tendenza nella nostra città è stato l’incontro culturale avuto con i ragazzi della Ciclofficina TR220; cosa abbiamo imparato da quell’incontro? I ragazzi della Ciclofficina sono stati probabilmente i primi a capire quale scopo dovesse avere l’organizzazione, la cui idea nasce a Cosenza da studenti universitari, che mettendo insieme idee e contributi hanno creato quella che dal 2015 è una vera e propria associazione culturale. Inizialmente aveva uno scopo economico: personalizzare biciclette, creare pezzi unici ma l’obiettivo subisce un lieve cambiamento perché lo scopo primario diventa quello di veicolare determinati messaggi al territorio. La bicicletta è divenuto uno strumento per comunicare in modo facile e diretto alla popolazione; e alla domanda : <<Come si persegue l’obiettivo che vi siete preposti?>>
Giuseppe Scali – cofondatore della associazione – risponde così: vi è la necessità di creare una sana ‘cultura ciclabile’. La bicicletta non può essere un’alternativa alla passeggiata , ma deve diventare lo strumento primario mediante cui spostarsi, andare a lavoro; in effetti, se ci pensiamo bene , Crotone è logisticamente ed urbanisticamente disposta , affinché la bici possa diventare il mezzo, mediante cui vivere e distribuire gli spostamenti durante la giornata.
I vantaggi non sarebbero solo fisici e per la salute ma (tenendo in considerazione la situazione economica nella quale versa la nostra città) anche in termini di risparmio economico (essendo un mezzo law cost), diminuendo/azzerando il consumo di carburante (e quindi meno CO2 nell’aria) e in termini di manutenzione per la quale i costi non possono essere paragonati ad altri mezzi di trasporto.
Di grande ispirazione in questo incontro, è stato parlare di cicloturismo: “creare strutture bike friendly, idonee a soddisfare le esigenze del turista, che non conosce il posto ma vuole visitarlo con la propria bicicletta; ergo, pensare che investire danaro su questa nuova frontiera sia una “spesa morta”, significa non solo non essere al passo con i tempi ma vuol dire anche essere poco competitivi con le altre città (per esempio Venezia) che ne hanno fatto di necessità, una virtù”
Per realizzare questo progetto, che sembra essere ancora distante dalle esigenze e dalle prospettive della nostra città (secondo quanto ci dimostrano le classifiche sulla mobilità sostenibile) serve una cooperazione che sia non solo quella del singolo cittadino ma che lo stesso sia coadiuvato dal supporto delle istituzioni , dall’attivazione di corsi (così come accadrà in altre città) di biomeccanica per gli studenti di scienze motorie, dalla creazione di piste idonee a soddisfare le esigenze del ciclista medio, di tutti i servizi correlati alla incrementazione di questo beneficio (una chiara esortazione agli imprenditori di darsi da fare!) garantendo la sicurezza in termini di viabilità ed incolumità.
Recenti studi nell’Università del Montana ci confermano che: chi utilizza la bici per visitare luoghi , poiché i consumi sono nettamente inferiori , è disposto a spendere di più in termini di posto letto e prodotti enogastronomici, incrementando l’economia.
Allora quale miglior modo di conoscere e far conoscere la nostra città, se non attraverso il mezzo più semplice, facile da reperire, come la bicicletta ?
Durante la settimana europea sulla mobilità sostenibile a cui la città di Crotone (unica calabrese insieme a Cosenza) ha aderito, Giuseppe Scali condivide con noi il ricordo di quei momenti, (durante la pedalata a Capocolonna), vissuti in modo entusiasmante dai turisti:
Una giornata, vissuta all’insegna della condivisione, del diretto contatto con l’ambiente circostante, accompagnata da una serie di servizi confacenti a rendere quel giorno una forma embrionale di c.d. turismo esperienziale, mediante uno strumento povero ma insostituibile in termini di rapporti concreti e immediati con il territorio, a stretto contatto con le tradizioni del luogo.
Abbiamo qualcosa da cui partire, giovani, speranzosi che questa città possa avere le carte in regola per essere sul podio delle città smart e non tra le ultime in classifica. Amare se stessi, vuol dire anche amare il proprio territorio; l’ambiente che ci circonda è la nostra vera casa e noi non siamo solo visitatori occasionali o ospiti indesiderati ma siamo figli del luogo in cui nasciamo, in cui viviamo, in cui cresciamo. L’unico modo per essere riconoscenti è amarlo e rispettarlo.
Un’esortazione rivolta alle istituzioni , affinché sappiano valorizzare il nostro territorio, stanco di essere martoriato dalla indifferenza, dalla negligenza e dalla apatia; un buon inizio sarebbe rivalutare l’importanza di una pista ciclabile, renderla all’altezza delle esigenze del ciclista medio e che permetta una viabilità sicura e pacifica.
L’invito è rivolto anche e soprattutto ai cittadini, affinché abbiano la giusta coscienza di accettare il cambiamento, che siano protagonisti e non spettatori passivi nella propria città!